| Stampa; Argento, perché una scelta spiazzante come Vertov? «Perché lui sapeva sperimentare. Ed era il 1924. Ci sono inquadrature meravigliose, carrelli alti, solenni; c’è una macchine da presa che scende in una cascata; un’altra sotto un treno; ci sono frenesia, velocità».
Altri film di riferimento? «Sicuramente Fritz Lang, ho pensato a lui quando giravo Profondo Rosso. L’Eclisse di Antonioni mi ha ispirato le atmosfere di Tenebre. E poi ci metto tutto il cinema nero americano degli Anni 40 e 50».
Prova piacere o fastidio quando gli altri registi citano i suoi lavori nei loro film? «Il più manierista è Quentin Tarantino: in Grindhouse ha citato L’uccello dalle piume di cristallo, l’ha fatto con amore non come un ladro di polli. L’ho gradito molto. Altri invece prendono l’inquadratura sperando che non me ne accorga... anche De Palma fa citazioni dei miei film, vanno accettate».
E veniamo all’horror... «Quello che si fa oggi è puramente commerciale, talvolta imbarazzante. In Italia è quasi scomparso. Non se la passa bene nemmeno in Europa. Negli Usa invece è di moda, ma purtroppo si fanno banali remake. Hanno acquistato Suspiria tre anni fa e non sono ancora stati in grado di tirare fuori un film interessante. Ma là almeno si parlano».
Ovvero? «In Italia i registi non si frequentano. Non ne ho mai visti due seduti allo stesso tavolo. Prendiamo invece la serie tv Masters of horror: l’idea nacque durante una cena a Los Angeles con 24 registi, c’erano Romero, Carpenter, Guillermo Del Toro...».
Che cosa è successo a «Giallo», girato a Torino e mai uscito nelle sale ma soltanto in dvd? «È stato prodotto da una casa americana: bella sceneggiatura, bravissimo attore, il premio Oscar Adrien Brody. A un certo punto sono venuti a mancare i soldi, noi abbiamo fatto anche sciopero, un po’ di soldi sono ricomparsi, ma non per tutti. Ad esempio non per Brody, che ora ha fatto causa e bloccato il film. Sono ancora in debito anche con me e l’attrice Emmanuelle Seigner. La mancata uscita del film non è insomma una mia responsabilità».
E ora l’attende un Dracula in 3D. «Il 3D è una tecnologia complessa e in Italia non c’è esperienza. Ho fatto delle prove, dei test: i primi sono venuti male, poi grazie a un tecnico americano e a uno spagnolo le cose stanno migliorando. Siamo i primi italiani con il 3D, siamo degli esploratori. Avete la mia parola: mi impegnerò molto». Grande Dario Argento!!!!!
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