Ho trovato "Pelts" molto interessante. Lo considero migliore di "Jenifer". La storia è piuttosto esile, mi ha ricordato per impianto quei racconti del terrore stile "Creepshow". Ho trovato la componente effettistica molto ben fatta, con punte rimarchevoli di splatter come il cinema di Dario non aveva quasi mai raggiunto (non voglio svelare niente per coloro che non ne hanno ancora preso visione). Ritengo che avere un discreto budget e una squadra di grandi professionisti, oltre che apporti artistici nella sceneggiatura, abbia portato una ventata di novità e di freschezza nel cinema di Argento.
Una scena la ritengo assolutamente gratuita, a meno che non si tratti di una sorta di omaggio al cinema di Lucio Fulci (anche in questo caso non svelo particolari). Questa l'unica nota stonata.
Con "Pelts" non siamo di fronte ad un capolavoro, ma ad uno di quei passaggi secondo me necessari, obbligatori, certo non banali nella filmografia di un regista. Il film in sè non regge il confronto coi grandi classici di Argento, ma si pone come una parentesi, un'isolotto di approdo, un punto di partenza per spiccare il volo verso altri lidi o comunque anche solo per raccontare qualcosa di nuovo, con il medesimo stile, ma fortemente ringiovanito.
Trovo che film come "Pelts" (e anche "Jenifer") abbiano molto più significato artistico di prodotti come "Il cartaio" o anche "Ti piace Hitchcock?".
Considero "Pelts" un passaggio molto interessante nella filmografia di Dario Argento, e io credo che questo film reggerà alla grande il confronto con gli altri episodi dei Masters, diventando negli anni un piccolo oggettino di culto per i più appassionati. Mi sbilancio in questa previsione, pur avendolo visto una sola volta.
Carlo
CITAZIONE (charlus jackson @ 15/11/2006, 00:54)
Accoppiato c'era l'episodio di Landis, un regista che ammiro, ma che purtroppo qui mi è sembrato assai sciocchino, questa commedia horror tra l'altro anch'essa basata molto sullo splatter, uno splatter al contrario che in Argento completamente inutile e compiaciuto.
Non sono d'accordo sul giudizio di "Family", il film di Landis. Trovo che si alternino continuamente sprazzi di umorismo ghignante con soluzioni registiche di impianto romeriano nella messinscena, e hitchcockiano nel modo di ricreare la suspense.
Il demerito è forse quello di avere un po'saccheggiato qua e là tante belle inquadrature, alcune anche al nostro Dario Argento: tra tutte, quella del display dello stereo mi sembra più che un omaggio ai dettagli macro di "Opera". E poi, quel curioso "effetto Vertigo" sul finale, quando la donna entra nella stanza e scopre ... (non lo diciamo), che mi è sembrato un omaggio al cinema dei tempi che furono.
In generale, comunque, anche il film di Landis mi ha molto divertito, e accoppiare il suo episodio frizzante, guascone, divertito con l'episodio di Argento, di grande impatto visivo, mi è sembrato una bella pensata da parte degli organizzatori del Torino Film Festival. Mi ricordo una serata di pura emozione e divertimento, non fosse altro che in sala c'erano anche Landis e Argento, quest'ultimo in versione-Benigni, scattoso, divertito e sovraeccitato, mentre l'americano sfornava battute e frecciate all'indirizzo di chiunque.